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L’industria cosmetica al tempo dei social Cap. 3 | Formazione accademica e video tutorial

L’industria cosmetica al tempo dei social Cap. 3 | Formazione accademica e video tutorial

Dopo aver discusso su make up trend di Instagram, nuove “gavette” del truccatore, personalità e personaggi di questa industria, chiudiamo questi 3 capitoli facendo una riflessione sul mondo della formazione.

 

Sono ormai lontani i tempi in cui toccava spostarsi nelle grandi città per trovare un’accademia make up perché oggi, anche nel più piccolo dei paesini, c’è una scuola o un corso di trucco. Da Facebook ai 6×3 in strada vengono promosse accademie di ogni tipo: corsi brevi, lunghi, mirati, vaghi, riconosciuti e non. E su quest’ultimo punto mi soffermerei. Vendere un attestato “riconosciuto” laddove lo Stato non riconosce la professione, ha davvero senso? E’ disinformazione o speculazione? “NI”.

Per quella fetta di truccatori che ambisce ad aprire un centro estetico nella propria regione, è ragionevole cercare un diploma riconosciuto, ma in tutti gli altri casi, bisogna porre attenzione all’effettiva qualità del programma e non solo alla validità della certificazione.

Chi sono i docenti? Sarò in grado alla fine del mio percorso di intraprendere la professione senza lacune? Vengono fatti dei corsi mirati a tutte le etnie, sessi, epoche ed età?
Teoria del colore, morfologia del volto, cosmetologia, norme fiscali e sanitarie vengono affrontate o sono solo menzionate? Quante ore si dedicano tra teoria e pratica ad ogni argomento?

Ascoltate le esperienze altrui prima di tuffarvi, e analizzatele in maniera critica. Sono investimenti economici tanto grandi da mettere in discussione spesso risparmi personali o di famiglia, e propinare percorsi fallaci a chi crede nel sogno può ledere non solo la persona ma l’intera categoria professionale. L’autodidatta talentuoso in Italia, e nel mondo in generale, può arrivare dove vuole comunque, è la propria coscienza che porta a muoversi in buona fede o meno, seguendo corsi, video tutorial e informandosi. Ma chi si propone come accademia DEVE dare agli allievi le nozioni che servono, perché un percorso venduto come “completo” deve esserlo davvero.

Forse cavalcare l’onda del boom per alcuni istituti di formazione è fin troppo succulenta come prospettiva, e si tende a volte a speculare fin troppo, salvo chi offre competenze reali e un programma teorico/pratico che formi sia la persona che il professionista in toto.

 


 

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Anna Marchese

Anna Marchese

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